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2022.01.31 Aggreko Italia

Riduzione Delle Emissioni Di Co2, Quale Futuro Per La Produzione Industriale?

Un futuro più green: è questo l’obiettivo che l’Unione Europea porta avanti di anno in anno, spingendo le industrie alla riduzione delle emissioni di CO2.

Il traguardo disegnato sull’orizzonte del 2050 si traduce nel raggiungimento di una neutralità climatica, ossia un’economia a emissioni zero abolendo i gas serra nocivi per l’ambiente. Stiamo parlando dunque del cuore del cosiddetto European Green Deal, una linea di azione che ben si avvicina all’impegno preso dalla UE nell’Accordo di Parigi e che si configura come una vera e propria sfida per la società e per l’economia in virtù di costruire un avvenire migliore per noi e per il pianeta.

Come rendere tutto ciò realtà?

La UE sta investendo già adesso in tecnologia, sta spingendo sulla formazione dei cittadini affinché ciascuno capisca di poter fare la differenza assumendo dei comportamenti rispettosi magari modificando leggermente le proprie abitudini di consumo e mobilità, sta portando avanti la ricerca e sviluppando nuove policy per le industrie.

Ne è un esempio l’introduzione della UE ETS carbon price da 90 euro per ogni tonnellata di anidride carbonica immessa nell’atmosfera, abbinata a una normativa sempre più stringente: sono questi i driver per accelerare la transizione energetica. 

Il domani del settore del manufacturing

A causa del costo dell’energia, il settore manifatturiero si trova davanti due opzioni:

  1. delocalizzare fuori dall’Europa, in Paesi come Stati Uniti e Cina dove sebbene vi siano delle regolamentazioni per limitare le emissioni di CO2 immessa nell’atmosfera, i costi sono fortemente contenuti restando addirittura sotto i 10 dollari per ogni tonnellata di anidride carbonica
  2. oppure – preferibilmente – orientare le vele verso lo sfruttamento delle energie rinnovabili, meno costose e meno inquinanti.
L’importanza degli ESG: come raggiungere gli obiettivi prefissati

La riduzione delle emissioni di CO2, come è stato sottolineato, ha un forte impatto sull’economia di un sito produttivo, ed è per tale ragione che la Low-Carbon Economy rappresenta oggi una trasformazione epocale nella quale i produttori del manifatturiero stanno investendo attraverso nuove tecniche. Per avere un dato concreto che permetta di comprendere al meglio, basti pensare che nel Vecchio Continente, la pulp & paper industry paga il 15% in più sul costo di produzione proprio a causa del prezzo imposto dalla UE per l’emissione di anidride carbonica.

La sopravvivenza è dettata pertanto dalla capacità di restare competitivi sul mercato globale, avvicinandosi a nuovi modelli di economie sostenibili e rimanendo in linea con gli standard imposti dalla UE.
Possiamo affermare pertanto che nei prossimi decenni si parlerà in crescendo di economia decarbonizzata, una delle sfide più grandi della storia che comporterà investimenti ingenti per il raggiungimento degli obiettivi settati dal mondo industriale in termini di ambiente, responsabilità sociale e di governance

Si tratta dei cosiddetti goal di ESG (Environmental Social and Governance)

Tre fattori chiave indispensabili quando si misura la sostenibilità e l’impatto etico di un investimento in azienda. Gli Environmental criteria possono includere il modo in cui le aziende gestiscono l’utilizzo dell’energia, lo smaltimento dei rifiuti e la protezione delle risorse naturali; l’aspetto Social racconta invece le condizioni di lavoro, l’attenzione alle comunità locali, il diversity management e il rispetto dei requisiti obbligatori in termini di salute e sicurezza. Infine, il tassello Governance abbraccia la tax strategy, la remunerazione degli executive manager, le donazioni a enti terzi e anche la correttezza etica ovvero il saper tenersi distanti da scandali e reati di corruzione.

«Tante aziende, tra cui Aggreko, hanno delineato il proprio orizzonte di diventare un business a Emissioni Zero nei prossimi anni»«È, spiega Massimo Vanin, Manufacturing Sector Expert Continental Europe. uno step fondamentale – aggiunge – in quanto pubblicare il proprio target ESG significa catalizzare l’attenzione e le risorse economiche degli investitori socialmente responsabili che si avvalgono proprio di questi criteri per selezionare gli investimenti».

La riduzione delle emissioni di CO2 passa dunque dalla ricerca, in tempi brevi, di alternative eco-friendly che nella maggior parte dei casi possono richiedere quantità di denaro importanti a stretto giro, rallentando così il processo di transizione energetica. In questo scenario si inserisce Aggreko che, fornendo soluzioni a noleggio che non richiedono investimenti ingenti da parte del cliente, pronte rapidamente e soprattutto idonee a essere riadattate in funzione di futuri bisogni del richiedente, è in grado di sopperire a queste necessità. Dopo uno studio di fattibilità, in pochi giorni si procede con l’installazione così da avere a portata di mano soluzioni semplici e immediate.

Aggreko, infatti, va oltre l’essere un’azienda di noleggio proponendosi piuttosto come fornitore di strumentazioni per il controllo della temperatura, della produzione e del consumo di energia fondamentali ai processi industriali. «Abbiamo sviluppato dei software di simulazione con cui riusciamo a offrire al cliente differenti scenari con i diversi costi e impatti ambientali», conclude Vanin. «In tale maniera, ciascuno può scegliere la via che predilige capace di soddisfare anche i propri obiettivi in termini di ESG».

Aggreko, infatti, va oltre l’essere un’azienda di noleggio proponendosi piuttosto come fornitore di strumentazioni per il controllo della temperatura, della produzione e del consumo di energia fondamentali ai processi industriali.

SOLUZIONI GREEN

Il futuro della Low-Carbon Economy

Quale sarà dunque il destino della Low-Carbon Economy? La International Carbon Action Partnership (ICAP), è un forum di cooperazione internazionale fondato nel 2007 da oltre 15 rappresentanti dei governi mondiali con lo scopo di unificare la giurisprudenza dei diversi Stati che stanno implementando - o intendono farlo - gli ETS (Emission Trading System). A oggi conta 33 membri stabili e 6 osservatori, e porta costantemente avanti la volontà di condividere le best practice relative agli ETS. L’emission trading, del resto, altro non è che un approccio che si fonda sul mercato al fine di controllare il tasso di inquinamento fornendo incentivi economici per la riduzione degli agenti che lo determinano e stabilendo – come già spiegato – un tetto massimo per le emissioni di CO2 oltre il quale scatta da pagare una fee (es. la UE ETS carbon price da 90 euro). A tendere, la missione della ICAP è raggruppare i vari programmi che a livello globale disciplinano l’immissione di anidride carbonica nell’atmosfera – European Union Emission Trading Scheme (EU ETS), Western Climate Initiative (WCI), Regional Greenhouse Gas Initiative (RGGI) – cosicché nel giro di qualche anno si possa giungere a una regolamentazione se non omogenea per lo meno diffusa nella quasi totalità dei Paesi per trovare un equilibrio ambientale ed economico nonché per restringere il campo di chi volesse approfittare dell’effetto ‘Risiko’ legato alla delocalizzazione della produzione.

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